E’ stata chiusa per due turni la curva della Roma, a causa di insulti definiti razzisti, e offensivi verso i tifosi del Napoli. La chiusura è stata decretata da una commissione di vigilanza preposta al controllo degli stadi. Per carità sarebbe giusto che certi fatti non accadessero durante le partite di calcio, ma pur sempe di partite di calcio si tratta, dove al pubblico che assiste allo spettacolo non è richiesto certamente l’abito da cerimonia, il religioso silenzio, oppure il commento mai sopra le righe, diciamo che non è necessario un certo Bon Ton.
A seguito quindi di questi accadimenti la domanda che sorge spontanea è la seguente: ma quando il cattivo esempio viene proprio dalle istituzioni, ovvero da chi dovrebbe invece possedere certi requisiti, e soprattutto comportarsi in un determinato modo, chi è che vigila? e soprattutto quali punizioni vengono inflitte a chi sbaglia?. Se le pene dovessero essere commisurate proporzionalmente, in base all’importanza, alla visibilità ed alla risonanza che hanno a livello mondiale, visto il danno mediatico ed economico che causano al paese, forse non basterebbe la chiusura di Montecitorio almeno per un decennio.
Che dire poi degli insulti razzisti proposti e riproposti negli ultimi vent’anni dalla lega nord, dentro e fuori le istituzioni, oppure forse quello non è razzismo?, e il vilipendio delle istituzioni?, mah che dire …
Basta ca ce sta ‘o sole,
ca c’è rimasto ‘o mare,
na nénna a core a core,
na canzone pe’ cantá…
Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto…
chi ha dato, ha dato, ha dato…
scurdámmoce ‘o ppassato,
simmo ‘e Napule paisá!…